La musica a Montréal si respira nell’aria. Da sempre uno dei centri più importanti per il jazz, la città è teatro estivo di numerosi festival. La manifestazione che però sta riscuotendo maggior successo per pubblico e critica è senza sorta di dubbio il Piknic Electronik festival. Teatro del festival è il Parc Jean-Drapeau, a cinque minuti di metro dal centro città, è un oasi verde che affaccia sul fiume San Lorenzo dal lato opposto del downtown. Il simbolo del festival, dove poi si trova il main stage, è L’Homme. Scultura realizzata da Alexander Calder nel ‘67 per l’Expo a Montréal, fu trasferita poi nel ‘92 nel parco diventando cosi’ simbolo del festival elettronico più importante del Québec.
Il Piknic Electronik si svolge da maggio a settembre ogni domenica, da mezzogiorno alle dieci p.m. e raccoglie migliaia di ragazzi festanti pronte a ballare fino al tramonto. Decido così, la prima domenica di giugno, di recarmi al di là del fiume per godermi la scena elettronica della città. L’arrivo è comodo, bastano dieci minuti di metro dal mio albergo e sono all’ingresso. Noto subito una grande organizzazione. Non ci sono file, le entrate sono multiple e si accede attraverso dei comodi tornelli elettronici. Il ragazzi dello staff sono tantissimi e accolgono la gente indirizzandola verso il cuore della manifestazione. Ci sono due stage principali dove si alternano alla consolle diversi artisti venuti da tutto il mondo.
Caso vuole che proprio quel giorno il festival ospiti il Mutek, manifestazione elettronica che si sviluppa tra Montréal, Città del Messico e Barcellona. Mi godo quattro ore di set di Donato Dozzy, producer techno che da anni influenza la scena mondiale e devo dire che la performance è spettacolare. Lo è anche la risposta del pubblico: un mare di gente entusiasta balla scatenata al ritmo dei bassi. Sono abbastanza stupito, non pensavo che l’elettronica fosse così apprezzata qui, la vedevo più come un movimento europeo e invece devo completamente ricredermi. Camminando per il parco si giunge al secondo stage, più piccolo e più nascosto nella natura. La musica è meno impattante e un sacco di ragazzi si siedono sui prati bevendo, fumando e cazzeggiando allegramente. L’atmosfera è magnifica, c’è grande aria di festa ma non di eccesso, la sicurezza vigila in maniera discreta anche perchè non c’è nessuno che si comporti in maniera sbagliata. È la solita storia in Québec, ci si gode tutto ma senza eccessi. Credo che a livello antropologico si possa affermare che sia il risultato del vivere in una società sana. Se la gente vive bene, il divertimento viene vissuto come semplice ricreazione e non come sfogo dalle frustrazioni della vita. Ecco perchè abbondano i sorrisi e l’atmosfera è ovunque giocosa e festante.
In giro per il Piknic Electronic festival sono tanti i chioschi dove rifocillarsi, mangiare e bere in compagnia. Divento amico di due ragazzi, un ingegnere del suono australiano e una ragazza hippie di Vancouver, mi spiegano che il Piknic Electronic festival non è solo una festa per la gente di Montréal ma che il pubblico ormai arriva da ogni angolo del Canada e perchè no anche da più lontano. Il Piknic è un grande melting pot di ragazzi pronti a passare una domenica tra natura e musica. Il tramonto, che sancisce la fine della festa, è uno spettacolo mozzafiato. Il cielo si fa rosso e i grattacieli del down town risplendono in lontananza.
Così, dopo gli ultimi passi di danza mi ritrovo in cammino verso l’uscita insieme a una miriade di persone. Che gran bel Piknic!