Tempo di lettura: 1 min

Anche se siamo degli eterni ottimisti, data la situazione critica attuale e il nostro desiderio di esplorare, abbiamo deciso pianificare un piano B e prenotarci un biglietto per il prossimo viaggio su Marte.

Credit: Nasa

La spedizione è prevista per luglio 2026 ed è parte integrante del progetto Mars Exploration Program, che ha completato la sua ultima missione proprio pochi giorni fa, il 18 febbraio 2021 con l’atterraggio della sonda Rover Perseverance, partita il 30 luglio scorso dalla stazione di lancio Cape Canaveral Space Launch Complex 41 in Florida. Una missione che ci ha permesso di vedere il suolo marziano nella sua più alta risoluzione, con foto panoramiche di circa 1,8 miliardi di pixel.

Scherzi a parte l’dea creativa della Nasa permette a tutti di realizzare un boarding pass personalizzato, con tanto di frequent flyer.

Inoltre per i frequent flyer saranno assegnati dei punti stile “mille miglia” per poi poter ricevere delle placche digitali corrispondenti alle missioni effettuate, in attesa del primo vero viaggio su Marte da parte di un terrestre.

Per ogni missione, inoltre, così come per quella trascorsa, che ci siamo lasciati sfuggire troppo presi dagli avvenimenti terrestri, ci sarà la possibilità di inviare il proprio nome sul pianeta rosso, che sarà inserito insieme ad altri nel chip della sonda spaziale.

Ma questa non è la prima volta che la Nasa offre questa opportunità, già nel 2014, infatti, era stato possibile spedire il proprio nome su Marte con la missione del primo test di lancio del Rover Orion’s.

La sonda atterrata si sta occupando di cercare tracce di vita passata e studiare l’abitabilità del pianeta per poter inviare una delegazione umana in futuro.

Insieme alla Rover Perseverance è stato spedito anche il piccolo elicottero Ingenuity, per testare il primo volo a motore su Marte.

Restiamo allora in attesa della prossima missione che vedrà un nuovo veicolo spaziale atterrare su suolo marziano nel 2026 scambiarsi con i colleghi robotici informazioni e campioni da restituire alla terra. Nell’attesa vi lasciamo con qualche vibrazione extraterrestre.

di Samyra Musleh
Foto copertina di Greg Rakozy on Unsplash

Articolo precedenteIsole Cies, un paradiso per amanti della natura
Articolo successivo25 mila chilometri dal Piemonte a Cape Town. “All’orizzonte un toubabou” è il primo libro del ciclonauta Filippo Graglia
Samyra Musleh - Chief Editor
Antropologa, divulgatrice scientifica e content manager è caporedattrice per ThetripMag a tempo pieno. Ibrida dalla nascita, metà italiana e metà giordano palestinese, vive rincorrendo la cosa che ama di più: andare a caccia dei vocaboli giusti per raccontare storie che rimangano impresse. Ama la natura ma anche la tecnologia, i contesti multiculturali, il giornalismo d’inchiesta e i libri di fantascienza. È sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare e posti nuovi da conoscere. Iperattiva e versatile, prova a reinventarsi ogni giorno per non soccombere alla giungla urbana che la circonda insieme al suo fidato compagno di vita a 4 zampe.