Padova è una città a misura di studente.
Vivere qui significa sfruttare ovunque la mobilità lenta, rifocillarsi a prezzi contenuti e apprendere un’eredità culturale tramandata da generazioni, semplicemente trascorrendo del tempo nelle botteghe storiche di qualche artigiano loquace. C’è addirittura un albo dedicato, di cui fa parte anche l’Antica Farmacia al Duomo, fondata nel 1500.
Padova è anche la madre del primo festival interamente hip-hop italiano, lo Sherwood, che si sta svolgendo in questi giorni allo stadio Euganeo.
I parchi urbani e i giardini storici, che sono dei veri e propri monumenti verdi, sono attrezzati con chioschi presidiati nelle stagioni calde da nomadi digitali (come me) e gruppi di studio. La sera invece si animano di eventi e performance artistiche. In particolare i giardini dell’Arena sono stati affidati ad Airone, Giardini Chioschi Antidegrado, un’associazione che dal 2019 ha fatto un vero e proprio lavoro di bonifica culturale, in quella che un tempo era una piazza di spaccio.
Per quanto riguarda i percorsi di studio, l’Università degli Studi di Padova è tra i primi 100 atenei al mondo in otto ambiti disciplinari e a livello nazionale si distingue come primo in tre settori. Per vivere a Padova da studente si va dai 250-350 euro per una camera, ai 500 euro per un bilocale intero. Prezzi davvero fuori mercato, considerando che si trova in una delle regioni più ricche d’Italia, il Veneto.
Padova è anche tra le poche città al mondo a ospitare due Patrimoni Unesco: gli affreschi di Giotto dipinti nel 1300 d.C. e l’Orto Botanico dell’Università di Padova, realizzato nel 1545, il più antico del mondo occidentale a conservare ancora la forma e l’ubicazione originaria.
Foto e testo di Samyra Musleh