a cura di Claudia Bena
Iter centaurorum para totum. Mantieni sicuro il viaggio dei centauri. Infinite sono le vie del Signore, molti i modi per raggiungerlo. C’è chi si nasconde dietro vetri antiproiettile, coperto d’oro, e chi più umilmente affronta lunghi pellegrinaggi con la sola forza del corpo, tenutario di tradizioni che stanno scomparendo. Anche al nord alcune tradizioni sono dure a morire. Ma mentre il meridione d’Italia si contraddistingue per lo spirito della fede, che si sente forte come cinquanta anni fa, al settentrione in processione si va in moto. Chi l’avrebbe mai detto che figure mitologiche come i centauri si sarebbero riunite in onore della Sacra Famiglia?
Vicino Alessandria, a Castellazzo Bormida, la processione della terza domenica di luglio è caratterizzata dal rombo dei motori. La Madonna della Creta infatti dal 1947 è primaria patrona dei motociclisti. Accanto agli ex voto che ritraggono la vergine mentre salva la popolazione dalle piene del fiume Bormida o dalla famosa peste dei Promessi Sposi del XVII secolo, che le valse l’incoronazione nel 1880 dal Capitolo vaticano, da quasi un secolo si trovano i caschi dei motociclisti, per grazia ricevuta. La proclamazione a primaria patrona dei motociclisti è dovuta principalmente alla nascita nei pressi del santuario di un Moto club, a sottolineare come questo luogo di culto trovi le sue radici nel popolo. Da quando nel 1631 la madonnina venne avvicinata, per evitare il forte rischio di contagio, in una chiesetta costruita a spese di un fedele nel sito dove adesso è eretto il santuario, i danni del tempo, le guerre e le continue alluvioni portarono più volte i vescovi del paese a decidere per la demolizione. Ma sempre il volere popolare spinse le successive autorità religiose ad erigerne di nuove. Neanche l’ondata anticlericale napoleonica poté nulla contro la potenza della Madonna, che ne ha fatti di miracoli. Placato il vento dal nord, nel 1839 ripresero i lavori per la costruzione del Santuario. E così, come avevano iniziato mezzo secolo prima, gli stessi abitanti della cittadina furono parte attiva dell’edificazione. Tanta fatica e tanto impegno necessitano poi di altrettanta costanza, e così cambiano i mezzi ma il fine è lo stesso, ed ogni anno quasi centomila fedeli raggiungono il santuario, che il vademecum del buon pellegrino vorrebbe su due ruote.