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Viaggio in Giordania, giorno 5

Per la prima volta, potrà sembrare assurdo, ho avuto l’impressione che il cattolicesimo non coincida col mondo.
Pier Paolo Pasolini

Finalmente ho tutto quello che cercavo. Alla preghiera di mezzogiorno del venerdì segue sempre in questo periodo una manifestazione contro il governo. Da tutte le moschee della città partono cortei che si riuniscono in piazza. È un giorno caldo, ma non è successo niente.Entrare in una moschea moderna è deludente tanto quanto entrare in una chiesa moderna. Mentre nelle chiese però è evidente che la solennità di Dio veniva dalla profondità dell’arte che lo rappresentava, nelle moschee ti accorgi che non sono le immagini a rappresentare il suo volto, ma l’architettura stessa. Vista dall’alto la città di Amman è tanti cubi sovrapposti monocromatici. Qui vive l’ottanta per cento della popolazione giordana. Rotoli fino alla down town e ti trovi sotto teli colorati tesi tra i palazzi a girare indisturbata nel souk, il grande mercato che occupa le strade della città vecchia. Che poi Amman come capitale è relativamente giovane. Tutto è iniziato quando l’impero Ottomano avviò la costruzione della ferrovia che unisce Damasco con La Mecca. Quando il re Abd Allah I, finita la guerra di liberazione, dovette scegliere la capitale, decise per Amman anche per la presenza della stazione ferroviaria. Qui ora vivono molti Palestinesi, che trovarono rifugio dopo la nascita dello stato di Israele e dopo la Guerra dei sei giorni, e molti Iracheni, dopo la Guerra del Golfo. Questo sottolinea lo spirito fortemente neutrale della politica giordana, che nonostante sia circondata da paesi purtroppo perennemente in guerra mantiene una condizione di pace.Nella Bibbia viene chiamata Rabba degli Ammoniti, mentre dopo il  III secolo a. C. prende il nome di Filadelfia. È qui che il re Davide si innamorò della moglie di Huria, guerriero ittita. Dalla loro unione nacque il leggendario Salomone.Le strade sono suddivise per tematiche.

C’è la via degli elettrodomestici (nuovi e molto vecchi) e quella delle scarpe. C’è il mercato della frutta e ci sono le sartorie, dove seduti davanti alle macchine da cucire trovi solo uomini. Potresti accorgerti anche senza guardare quando arrivi nella via delle spezie. Poi una piazza intera dedicata ai mobili. E si risale verso la parte alta e ricca della città. Ci fermiamo a prendere un tè, che ci viene offerto dal proprietario di un negozio che ancora non ho capito cosa vendeva. Io credevo proprio tè.La stessa vista al tramonto ha tutto un altro effetto. Il contrasto tra zone d’ombra e quelle di luce è forte e regala profondità al panorama. Si vedono le rovine romane, molti minareti e case a perdita d’occhio.

La sera un amico della nostra guida ci consiglia un locale per andare a bere qualcosa. Si chiama Graffiti, perché i suoi muri sono ricoperti da scritte. Ci sono le immancabili immagini di Banksy e Chuch Norris, ci sono moltissime scritte contro la guerra e l’intolleranza e il razzismo. Ci sono pochissime persone. Il fine settimana arabo parte infatti il giovedì sera. Il sabato e la domenica sono giorni lavorativi.

 

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