Re del porno, Pope of Porno, Liberatore e ancora padre nobile dell’hard. Prodotto emblematico della rivoluzione sessuale degli anni ’70 e convinto sostenitore della pornografia. È sua la convinzione che la pornografia sia al centro della più grande rivoluzione culturale del nostro secolo.Lasse Braun è a tutti gli effetti l’uomo che ha inventato il porno in Europa.
Negli anni settanta lo scrittore, sceneggiatore e regista hard di origine italiana (Alberto Ferro è il nome di battesimo), guida la più grande multinazionale del porno di tutta Europa da Stoccolma, dove si trasferisce nel ‘66.La sua battaglia epica per la legittimazione del sesso comincia storiograficamente negli anni della contestazione. L’inizio simbolico è degli anni ’60. Un ragazzo venticinquenne, di buona famiglia, figlio di un funzionario del Ministero degli Esteri, varca su una Triumph targata corpo diplomatico il confine Francia – Italia. Ha il cofano della macchina pieno di foto di corpi di uomini e donne nudi. Per la prima volta nella storia della pornografia nostrana, entrano clandestinamente fotografie di amplessi espliciti.Ma il vero e grande evento (di reale portata storica), che avvicina il pupillo del porno al suo amato pelo, risale all’autunno del 1939 a Francoforte. A soli quattro anni, Lasse ha ufficialmente il primo contatto con la sua passione: la fica, o meglio il pelo. Il pelo in questione è quello della sua governante Helga, componente della hitlerjungend, tanto che la sua stanza è drappeggiata da una grande bandiera nazista con il ritratto di un tizio coi baffetti. Quello stesso anno Lasse partecipa insieme al padre ad una riunione ufficiale a Berlino. Ricorda un salone pieno di persone, capi militari, gente in alta uniforme e un tizio in particolare, sempre con dei baffetti neri. Lasse bambino, trova che il baffo del tizio e il pelo di Helga abbiano molto in comune tanto da chiedere al padre, urlando a squarciagola, di potere toccare quel familiare baffetto.
La stessa persona che a quattro anni stava in braccio a Hitler, trent’anni dopo sarebbe passato alla storia come il Re del Porno.
Ma torniamo ai suoi primi passi nel mondo della pornografia.
Negli anni ’70, dopo l’epifanico incontro fotografico con il pelo di Giselle, una paracadutista lesbica e grassa, che faceva la parrucchiera a Bruxelles, fonda con degli amici la rivista in bianco e nero “Shadows”, che raffigurava “semplicemente delle ragazze che aprivano le gambe per vedere un po’ di pelo”.Ma la sua battaglia per lo sdoganamento della pornografia ha qualcosa di straordinario. Prima di entrare ufficialmente nel mondo del cinema porno, Lasse colleziona una laurea in giurisprudenza. È proprio la tesi di laurea che lo aiuta nella sua crociata per la libera espressione della sessualità esplicita. Nel ’69 vive a Copenaghen e riesce a far avere la sua tesi ad un deputato socialdemocratico. Questa verte sulla teoria del danno sociale che la censura può provocare, indicando i rischi e le malattie che questa può indurre reprimendo la libido. Tra questi spiccano l’alcolismo e la violenza sulle donne. Ebbene, nel 1969 è proprio la Danimarca la prima al mondo a legalizzare la pornografia, cancellando il reato di “oltraggio al pudore”. E così la pornografia si posiziona al secondo posto dietro all’agricoltura tra i prodotti da esportazione più redditizi del paese. È solo l’inizio di un processo irreversibile, che vede nella figura di Lasse Braun uno dei maggiori protagonisti. La strategia è stata quella di invadere il mercato per fare pressione sulla politica: creare una specie di emergenza collettiva del porno per arrivare al traguardo della legalizzazione. Legalizzazione che si raggiunge anche negli Stati Uniti nel 1973.
Dopo una sfavillante vita a luci rosse, tra un set e l’altro, in giro per il mondo, negli anni ‘80, dopo quasi un ventennio di lotte, repressione, successi e casi giudiziari, Lasse Braun lascia l’attività “militante” e si rifugia nel suo lavoro di scrittore dando la luce, nel 2008, a due romanzi erotici pubblicati in Italia: “Le notti di Palermo” e “Lady Caligola”.
Per saperne di più
Il documentario di Francesco Bernabei, “L’Alieno”, ripercorre l’opera di Lasse Braun dai primi cortometraggi hard ai lungometraggi in 35mm, dal trionfo decretato dal pubblico nel 1975 al Festival di Cannes, fino alla distribuzione internazionale delle sue pellicole.