di Roberto Riccardi e Matteo Tabacchini
foto di Andrea Rodato e Francesca Tosarelli
Ci si può andare in coppia, ci si può andare da soli: il fascino mistico dei wat e dei Buddha, il rigoglio delle giungle, la bellezza delle spiagge e il divertimento delle feste metteranno tutti d’accordo
Riccardo
Un bellissimo viaggio di coppia per chi ama sorprendersi e godersi sapori e piaceri piccanti, per chi come me crede che la sua donna (moglie, fidanzata o compagna) debba essere prima la sua amante e poi la sua migliore amica, e quindi sicuramente la persona con cui si viaggia meglio. Ma non tutti la pensano in questo modo, quindi vi do un po’ di consigli per vivere un viaggio così: al top. Innanzitutto, partite con Thai Airways: posti avanti, possibilmente vicino alle uscite di sicurezza. Ci si può coccolare mentre gli altri guardano il film!
Bangkok
Scegliete lo “Shangri-La” o un hotel sul fiume: romantico, elegante e con letti a tre piazze!
Meglio arrivare di weekend e godersi il mercato di Chatuchak, dove senza farti vedere potrai comprare regali fichissimi a costo zero, da aprire poi in camera insieme. Anche se lei vi ha chiesto il solitario, evitate le gemme preziose che vi offriranno a poco prezzo: sono una sola.
Una passeggiata col traghetto sulle acque del Chao Phraya River, con la brezza e il tramonto: spezza il cuore a un prezzo massimo di 800 bat. La sera con la cena è tutto molto poetico, ma per mangiare, se volete sentirvi ancora più innamorati, andate in alto allo “Sirocco”, al 63° piano dello State Tower.
Se lei è curiosa di arte religiosa… portala al Wat Pho e stupiscila con le meravigliose statue dorate dei Buddha: occhio a quella distesa di 47 m!
Alle coppie che amano il brivido, il sangue e l’azione, consiglio posti a bordo ring nel Lumpini Stadium. Andate a vedere i pesi medio-leggeri, così voi sembrerete più grossi. Evitate i bagarini e preparatevi a combattere sul tre piazze al rientro in albergo. Non c’è dubbio. Le donne adorano l’azione!
Chiang Mai e Chiang Rai
Dopo Bangkok passaggio obbligatorio a Chiang mai. Noi siamo arrivati con un comodo volo, scartando l’alternativa romantica e più lunga del treno.
La guesthouse “Tamarind Village” ha una posizione eccezionale, a dieci minuti dal bazaar notturno più cool della Thailandia. Quello che troverete nei mercatini in giro per tutto il paese, isole comprese, arriva da qui, quindi comprare è lo sport preferito in questo magico posto fatto di templi incredibili e tesori nascosti. È oppio, ups, ovvio che siamo passati per Chiang Rai, centro del triangolo d’oro, ma solo per ripartire subito in cerca di calore e mare chiaro.
Koh Samui
In tre ore scarse atterriamo a Koh Samui, terza isola per dimensioni. Perfetta per qualsiasi tasca, offre lunghe spiagge di sabbia finissima – come Hat Lamai e Hat Chaweng – con ristoranti romantici, candele e aragoste e paesaggi mozzafiato. Sulle tracce di Alex Garland (lo scrittore di “The Beach”), abbiamo girato come bambini eccitati, scoprendo cascate all’interno di foreste (Nam Tok Na Muang), e lagune cristalline piene di pesci colorati (Ang Thong), arrivando fino all’estremità più settentrionale dell’isola dove si godono panorami unici di grotte e scogliere.
Koh Phangan
Basta comodità, ora un po’ di avventura! Saltiamo su un traghetto bestiame per Koh Phangan, sorellina bastarda di Samui, in tempo per il Full Moon Partya Hat Rin, con diecimila scalmanati, musica house, trance e hip hop, tecnho, ambient e chi più ne ha più ne metta (se ha coraggio): bagni all’alba, ubriachi di vita e di alcol. Consiglio di non amoreggiare troppo a riva, come nei film:Hat Rin vuol dire spiaggia delle pulci (che ridere, guardare le coppie correre via veloci e… mezze nude!).
Due giorni per recuperare io (35 anni), poche ore lei (23 anni), aiutati dalle mani esperte dei massaggiatori locali, dai tramonti e dal silenzio di un luogo che in alcuni punti ti fa credere che Dio esiste e forse pure la Madonna.
Koh Tao
Via di nuovo sul traghetto bestiame, sacco sulle spalle (bruciate dal sole ovviamente) e passaggio veloce per la splendida e unica Nang Yuan, una lingua di sabbia che unisce tre isolette.
Approdiamo come naufraghi a Koh Tao, quella che considero il “diamante grezzo” di questo arcipelago thailandese, dove la vacanza si avvicina alle avventure di Robinson Crusoe e Venerdì. Un bungalow senza corrente elettrica su una spiaggia deserta con acqua dal verde al blu. Tartarughe marine che nuotano tra pesci e coralli. Un ristorante sulla spiaggia che fa solo riso e pesce. E tutte le stelle dell’universo sopra la testa, nelle notti che finalmente sono notti, nere come la pece, con solo lo scoppiettio del falò a disturbare la quiete dei nostri pensieri. Qui amarsi è facile, e anche conoscersi bene. (A quelli che pensano di non riuscirci, consiglio libri da leggere e viagra).
Giorni trascorsi in un paradiso dove il tempo scorre lentamente, rallentando tutto, dalla marea ai nostri baci. Nessuna fretta, mai.
Matteo
Ho attraversato questa terra con la sicurezza che non poteva accadermi nulla sul mio cammino, tra foreste di mangrovie, immagini del Buddha e la sensazione costante di avere tutto da imparare dalla sua gente. Bisogna essere soli per conseguire questo prodigio come è necessario che quelli che ti passano accanto ti somiglino in qualche modo: monaci o backpacker, ognuno con il suo viaggio, in fondo identico al tuo. Gente come Mandy, Emilienne, Mahdi, Paco, Samuel o Yoku, la giapponese solitaria.
Bangkok
Bangkok è fulminea, caotica, del tutto intangibile. Non ho mai visto un posto così sospeso tra estasi e squallore: dai grattacieli del centro, fino alle vie secondarie che sono fatte per esercitare la turpitudine come i diamanti falsi ad adornare le mani delle prostitute. Per il resto, solo silenzio spinoso destinato, con il tempo, a tramutarsi in odio puro: le sirene della polizia, le grida degli imbonitori di peep show, la prossima guerra civile. Fine.
M’infilo in un tempio per assorbire un po’ di silenzio, seduto sotto quella stazione del Pali dove il viso di Buddha viene lavato e pulito da una donna. Sotto una statua d’oro circondata da altre statue di diverse dimensioni, i monaci cantano il vespro. C’è profumo d’incenso e pace quando leggo il messaggio di Emilienne: “L’appuntamento è al club di Khao San Road, oppure se vuoi ci raggiungi all’after”.
Ayutaya e Sukothai
Si racconta che queste città contenessero meraviglie in grado di lasciare a bocca aperta qualsiasi viaggiatore: cupole d’oro, statue di cristallo, architetture futuristiche. Oggi di tutto questo non rimane che lo scheletro. Eppure chi si trova a camminare per le vie di Ayutaya riesce facilmente ad immaginare lo splendore di tutti i 375 templi, le 94 porte e le 29 fortezze che la vestivano quando era capitale di un impero. Mentre percorrendo in bicicletta il parco nazionale di Sukothai si può intuire la magnificenza di un suo sovrano dalla perfezione del disegno di una foglia su un frammento di colonna. Di notte, poi, le rovine sono completamente illuminate.
Chiang mai
Antica capitale del regno di Lanna, situata nel mezzo di uno dei manti forestali più ampi del pianeta e centro religioso fondamentale del buddismo Theravada, Chiang Mai è il anche il perno del triangolo d’oro. Decidiamo di addentrarci nel cuore della giungla sulle rotte proibite dei trafficanti. Camminiamo tre giorni seguendo un ruscello e nuotando nelle cascate che lo scandiscono. Di sera, poi, ci accampiamo nei villaggi che incontriamo sulla strada.
Qui, gli altri accendono un fuoco e vi si siedono accanto a discutere (tutta la notte!) in una lingua che io non comprendo. Così me ne sto in disparte, a godermi l’universo, che da qui è uno spettacolo così dolce da spezzare il cuore. La città, est o ovest, non mi possiede più. Dono ogni energia alla vita rurale vivendo all’ombra protettiva di una foresta sacra.
A Pai, un paesino abitato da vecchi freak, incontro la mia amica Mandy. Passiamo una giornata alle cascate e al concerto di un tipo thailandese che suona i Sonic Youth ad occhi chiusi. Ci ubriachiamo, ci raccontiamo tutto e, alle prime luci all’alba, ci salutiamo con un lungo abbraccio: lei è diretta verso il confine, io dagli altri, a Koh Phangan.
Koh Phangan
Ho trascorso a Koh Phangan il tempo che intercorre tra un Full Moon e un Half Moon Party, su una spiaggia legata a delle isole vergini dalla bassa marea. C’è qualcosa di assolutamente ipnotico in questi luoghi, un magnetismo che elude e polverizza ogni mia resistenza a mantenere un controllo: le feste in base alle fasi lunari, i tatuaggi fatti secondo antichi rituali da monaci apprendisti. Non so perché sono rimasto qui così a lungo, né perché ci sono tornato per passarci il Natale. In un certo senso, però, è stato un bene. Quaggiù nella mecca della goa culture, la ricorrenza è scivolata via con surreale furtività e sans nostalgie invernali. E poi c’è stato un effetto che non mi ero aspettato e che non so spiegare, quando ho brindato con i miei amici proprio come si fa con una nuova famiglia. Il resto della giornata, per quel che ricordo, l’ho passato nella giungla con una collanina fluorescente intorno alla testa, a celebrare l’avvento del primo quarto di luna.
Koh Phayam
Emilienne e gli altri sono nelle Filippine, così raggiungo Mandy su un’ isola vergine al confine con il Myanmar, in tempo per festeggiare la coincidenza della luna piena con l’inizio del nuovo anno. A Koh Phayam l’atmosfera è cool, la musica è quella del Bar 25, e noi, per un attimo, ci sentiamo a casa. Poco dopo, però, è il solito lungo abbraccio: lei è diretta a Mandaly, io torno in Cambogia.
Dettagli di viaggio:
– Volo Qatar Airlines Milano – Bangkok in alta stagione: 800 euro
– Volo AirAsia Bangkok – Chiang Rai in alta stagione: 43 euro
– Volo AirAsia Chiang Mai – Phuket in alta stagione: 65 euro
– Volo Bangkok Airways Koh Samui – Bangkok in alta stagione: 115 euro
– Pernottamento in un bungalow spartano: meno di 10 euro
– Piatto tipico: Pad thai: 2 euro
– Singha Beer (birra locale): 1,5 euro