Tempo di lettura: 1 min

Il Guarimba International Film Festival ad Amantea l’ho scoperto per caso durante le mie peregrinazioni calabresi ed è stato subito amore a prima pellicola!

La Guarimba, come si legge dal sito ufficiale, è “un progetto di innovazione sociale in Calabria, la terra dove tutto è possibile, che usa la cultura come veicolo per promuovere valori di democrazia partecipativa, integrazione, accessibilità e rispetto dei diritti umani”.

La prima edizione vede la luce nel 2013 e da allora la manifestazione è cresciuta includendo sempre più persone, registi, residenti, volontari, e non solo, creando un punto di incontro tra varie culture, e sfatando quel mito secondo il quale al sud non nasce niente di bello e d’importante.

Illustrazione di Satu Kettunen

La città che ospita le proiezioni e tutta la macchina organizzativa è Amantea, piccolo centro turistico che si affaccia sul mar Tirreno, con il suo nucleo centrale di origine medievale, dai caratteristici viottoli stretti e suggestivi.

Il festival va vissuto, sentito e partecipato: niente biglietto, niente poltrone da cinema, ma un connubio di menti, storie, e culture; tutte trasportate su uno schermo che, per la decima edizione, questo agosto 2022 ha ritrovato la sua collocazione storica nel Parco della Grotta, unico spazio verde della città, fasciato dalle alte mura del piccolo borgo. E qui, seduti sulle classiche sedie da bar, o a terra su stole e asciugamani, quest’anno si assiste a un’escalation di sensazioni, dal corto ironico al mediometraggio che molla un pugno nello stomaco raccontando la guerra, dal primo cortometraggio portato sullo schermo 10 anni fa, al film di animazione che analizza i problemi alimentari.

Ogni passaggio è curato nei minimi dettagli e ogni film è sottotitolato in italiano e in inglese per raggiungere tutti, italiani, stranieri, piccoli e grandi. Dal curioso che scopre la manifestazione leggendo un trafiletto sul giornale, al regista che vuole usare la cittadina come set cinematografico a cielo aperto, fino alla coppia di residenti, lei originaria di Amantea e lui canadese, che ogni sera esce di casa e si va a sedere in mezzo a una folla cosmopolita, internazionale, viva e bramosa di cultura.

di Samyra Musleh
Foto copertina di Sergio Durré

Articolo precedenteRiti arborei in Basilicata: il Maggio Olivetese
Articolo successivoDiamond Beach. Un gioiello islandese.
Samyra Musleh - Chief Editor
Antropologa, divulgatrice scientifica e content manager è caporedattrice per ThetripMag a tempo pieno. Ibrida dalla nascita, metà italiana e metà giordano palestinese, vive rincorrendo la cosa che ama di più: andare a caccia dei vocaboli giusti per raccontare storie che rimangano impresse. Ama la natura ma anche la tecnologia, i contesti multiculturali, il giornalismo d’inchiesta e i libri di fantascienza. È sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare e posti nuovi da conoscere. Iperattiva e versatile, prova a reinventarsi ogni giorno per non soccombere alla giungla urbana che la circonda insieme al suo fidato compagno di vita a 4 zampe.