Oggi vi parliamo di tre esploratori che ci hanno ispirato con il loro modo di viaggiare. Nomadi impavidi, capaci di confrontarsi con le popolazioni locali come se vi appartenessero, penne d’oro della letteratura di viaggio.
Tiziano Terzani (1938-2004)
Giornalista e scrittore, originario di Firenze. Divenne famoso per i suoi reportage narrativi realizzati tra l’India e il Vietnam. I suoi racconti spesso romanzati sono stati oggetto di critica da antropologi per l’eccessiva semplificazione, ma ciò non toglie la genialità critica dell’autore, il suo coraggio e determinazione. Fu uno dei pochi giornalisti che restò in Vietnam durante la guerra, assistendo alla presa di potere da parte dei comunisti. Fu arrestato in Cina come “controrivoluzionario” e viaggiò per il mondo come inviato estero per diversi giornali. Terzani resterà per noi un’icona della letteratura di viaggio, con la sua poetica introspettiva, tinta di una cronaca acuta che flette sulla concezione di viaggio intesa come percorso di accrescimento, confronto e vera ricchezza.
Dervla Murphy (1931 – 2022) ci ha lasciato proprio a maggio di quest’anno.
Questa incredibile avventuriera irlandese, con strumenti anacronistici per l’epoca, sarebbe stata sicuramente una delle prime travel blogger sul mercato, e questo, considerando anche il suo amore per la scrittura e la dedizione nel raccontare i piccoli particolari dei luoghi visitati. Negli anni sessanta raggiunse l’India dall’Europa in sella ad una bici, attraversò l’Etiopia in groppa ad un mulo e quando la sua bambina compì 5 anni la porto con sé per un’ altra incredibile avventura. Nelle sue ultime interviste, quando testimonia la sua vita rievocando le sue incredibili esperienze ci commuove sempre un po’.
Gertrude Bell (1868-1926)
In questo caso sarò certamente un po’ di parte, ma come non citare una delle più grandi viaggiatrici del medio-oriente, ispirazione per donne e traveller di ogni tipo che ci ha mostrato come gli stereotipi possano essere infranti, anche in quei paesi in cui viaggiare per una donna sola sembrava impossibile.
Educata a Oxford, la Bell era un’affermata archeologa e alpinista. Successivamente si iniziò alla carriera diplomatica, imparando in autonomia il persiano e poi l’arabo. Partendo dall’ Iran nel 1892, dove suo zio era ambasciatore in Gran Bretagna, per i successivi due decenni viaggiò in parti del mondo che all’epoca non erano frequentate da molti occidentali.
Gertrude Bell ha condotto una vita straordinaria, attraversando deserti a cavallo, trattando con capi tribù e integrandosi nella vita beduina, imparando ogni cadenza e dialetto del luogo. Oggi la ringraziamo anche per essere stata una delle fondatrici del Museo Nazionale dell’Iraq a Baghdad, contenente tra le più grandi collezioni al mondo di antichità mesopotamiche. Davvero una viaggiatrice fuori dal comune.
di Samyra Musleh