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L’altra Greta

Era il 1992 quando un’altra Greta Thunberg allora dodicenne, poco sostenuta dalla cultura di massa e dal sofisticato gigante del marketing 2.0, presenziava alla prima conferenza mondiale sull’ambiente: il Summit della Terra.

La giovane ambientalista si chiama Severn Cullis-Suzuki e il suo discorso fece un grande effetto alla platea, per poi però essere abbandonato nel dimenticatoio, anche se la sua scossa accompagnò i buoni intenti annoverati nel protocollo di Kyoto per il controllo delle emissioni dei gas serra cinque anni dopo.

manifesto ambientalista

Nonostante già verso la fine degli anni ‘70 (dopo la grande crisi petrolifera che aveva messo tutti sull’attenti), si affacciavano i primi studi sui modelli di crescita economica capaci di limitare lo sfruttamento delle risorse ambientali, la messa in atto di questi nuovi approcci restò tra le scartoffie dei corridoi universitari per un bel po’ di tempo, prima di essere almeno presa in considerazione dai paradigmi economici europei.

Sostenibilità vs profitto

La grande diffidenza nei confronti dell’approccio sostenibile era legata agli effetti sullo sviluppo, in particolare in termini di profitto sul sistema industriale. Come e in che misura si possa coniugare un basso impatto antropico alla crescita economica è ancora oggi continuo oggetto di ricerca e in alcuni casi di un manifesto ostracismo.

Fu però proprio in quell’incontro a Rio De Janeiro nel 1992, che in una piccola sezione del programma Agenda2020 venne trattato per la prima volta il concetto di “turismo sostenibile” indicando le tre prerogative che lo definivano tale: la sostenibilità socio-culturale, quella ambientale e non ultima, quella economica.

Anche questa definizione aveva già i suoi precursori che rimasero in sordina.
Nel 1988, infatti, l’Organizzazione Mondiale del Turismo aveva già trovato una più esplicita definizione: “le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale e artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”.

La giungla in punta di piedi
cartone di latte nella neve
Foto di @boxedwater/unsplash.com

Per visitare la foresta amazzonica in punta di piedi, non basta però solo una valigia piena di buon senso, spirito di adattamento e una prenotazione in un alloggio plastic free.
È necessario creare delle sinergie tra tutti gli attori sociali appartenenti al settore turistico, patrimoniale e per la tutela e la promozione ambientale al fine di costruire insieme nuovi prototipi per l’ottimizzazione delle risorse in ambito turistico, responsabilizzando fruitori e fornitori con ampio supporto ovviamente delle autorità politiche.

Il sustainable travel report di quest’anno, realizzato del colosso mondiale tra le piattaforme digitali di viaggio Booking.com ha dimostrato come esista una forte tendenza da parte dei viaggiatori (più del 55% a livello globale) nella scelta di strutture eco-sostenibili.
Lo studio indica, inoltre, come i tre quarti (circa il 72%) dei turisti pensino che sia indispensabile optare per scelte di viaggio sostenibili per “salvare il pianeta e preservarlo per le generazioni future”. E nell’ottica in cui il cliente ha sempre ragione si prevede un felice cambio di rotta.

I nuovi esperti del turismo consapevole
architettura sostenibile
Foto di Chris Barbalis/ Unsplash

A Roma e a Milano l’ ACT – Accademia Creativa Turismo eroga un Master destinato alla formazione di esperti in grado di progettare itinerari turistici all’insegna della sostenibilità e della responsabilità sociale.

Il Master in Turismo Sostenibile e Responsabile ha destato subito il nostro interesse per l’offerta formativa ricca e caratterizzante: dalle certificazioni energetiche all’europrogettazione applicata all’attività turistica sostenibile, fino alla realizzazione di un vero project work con la partecipazione ad un bando europeo. Un programma a tutto tondo che affronta anche tecniche di marketing e comunicazione specifiche per le offerte eco-turistiche, sia da un punto di vista strategico sia creativo, con l’utilizzo di metodologie all’avanguardia per l’analisi tra la domanda e l’offerta del settore.

Il Master della durata di 300 ore, sarà erogato nella sede di Roma e di Milano con una formula full time e la possibilità di agevolazioni e borse di studio per i più meritevoli.

Il programma didattico prevede, inoltre, la partecipazione a workshop con operatori turistici, visite sul territorio per entrare in contatto con le realtà del sistema turistico locale e la partecipazione alle principali fiere del turismo in Italia.

L’approccio sia teorico sia pratico, garantisce anche la certificazione informatica internazionale GDS Galileo e promuove proprio l’aspetto della divulgazione per la tutela patrimoniale e culturale, il turismo responsabile e l’ottimizzazione delle risorse in ambito turistico.

Un’accademia, dunque, che sembra aver compreso a pieno la necessità di una riforma a 360° nella progettazione turistica, facendo un altro piccolo passo verso quell’ educazione necessaria per riconoscere i nuovi modelli di sviluppo economico compatibili con il futuro del nostro Pianeta.

di Samyra Musleh
Foto Copertina di Galen Crout on Unsplash

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Samyra Musleh - Chief Editor
Antropologa, divulgatrice scientifica e content manager è caporedattrice per ThetripMag a tempo pieno. Ibrida dalla nascita, metà italiana e metà giordano palestinese, vive rincorrendo la cosa che ama di più: andare a caccia dei vocaboli giusti per raccontare storie che rimangano impresse. Ama la natura ma anche la tecnologia, i contesti multiculturali, il giornalismo d’inchiesta e i libri di fantascienza. È sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare e posti nuovi da conoscere. Iperattiva e versatile, prova a reinventarsi ogni giorno per non soccombere alla giungla urbana che la circonda insieme al suo fidato compagno di vita a 4 zampe.