Tempo di lettura: 1 min

Ma quando si può dire che il tramonto inizi? A mio parere, quando noi cominciamo ad aspettarlo.
Tiziano Scarpa

Svegliarsi per tre mattine in tre letti diversi è straniante. Ancora di più se dovessi ricordare bene quello che hai fatto la sera prima. Dove sono? Per fortuna sono in albergo, a Petra, terribilmente in ritardo.
La Piccola Petra non è neanche una miniatura del sito principale. Qui i Nabatei commerciavano. Si vedono solo grandi vani, un paio di porte e stop. Credo non valga la pena visitarla, se non per la quasi assenza di turismo.
Finalmente si parte per il Wadi Rum, il deserto della Giordania. Le sue rocce rosse sono formate da sabbie che oltre 540 milioni di anni fa si trovavano sotto il mare. il sottosuolo nasconde sacche naturali che si riempiono di acqua piovana. Perciò queste terre furono sempre abitate. Ora vi risiede la tribù beduina degli Huweitat, che lavora a stretto contatto con i turisti, guidandoli tra le dune con jeep o dromedari e ospitandoli nei campi tendati durante la notte.
Il mio coraggio, ampiamente dimostrato già sul povero mulo a Petra, viene nuovamente messo alla prova. Luca e Lorenzo si divertono sul pick-up, una duna dopo l’altra non sembrano essere impauriti da ogni tipo di tragedia che potrebbe accadere. Io si.
Il beduino che guida la nostra jeep sembra si stia divertendo più di noi, ci porta a bere il tè, prende qualche duna di troppo e poi a vedere il tramonto su un’altura dove è particolarmente , insieme ad altre jeep e ad altri turisti. Ma il campeggio vale la pena. È la seconda volta che mi ricredo in questi giorni. Tante tende in fila ai piedi di una rupe imponente. Tappeti che hanno visto tempi migliori sdraiati sulla sabbia. Letti duri e la luce della candela a illuminare la stanza. Non mi sarei aspettata niente di meglio.
Sdraiati accanto al fuoco beviamo tè e fumiamo il narghilè, mangiamo per la prima volta il montone, piatto tipico del paese, e vediamo sorgere la luna piena. Iniziamo a camminare lasciandoci alle spalle il campeggio. La luce della luna staglia la nostra ombra precisa sulla sabbia.  Un rumore di sottofondo rompe il silenzio. Non lontano c’è l’arrivo di una matta maratona. Da Petra fino a qui, 180 chilometri nel deserto. Partita due giorni fa e alcuni ancora non sono arrivati.

Pensavo di morire di freddo e invece sono stata benissimo. Pensavo di non riuscire a dormire per la paura di qualsiasi animale invece non li ho neanche sognati. Che fatica però svegliarsi prima dell’alba.

Articolo precedenteDiario di viaggio in Giordania: giorno 2
Articolo successivoDiario di viaggio in Giordania: giorno 4