Diario di viaggio in Myanmar in 15 tappe.
In Myanmar il tempo non esiste. Almeno non come siamo abituati a percepirlo. La distanza che separa la notte del giorno è labile.Le albe si sovrappongono ai tramonti e fanno da sfondo ad un lavorio continuo e silenzioso simile a quello delle formiche. Eppure, si ha sempre la percezione che quel popolo si faccia passare addosso le ore senza curarsene, in attesa di qualcosa o di nulla.
di Maria Giulia Mutolo
1. Questo è uno scorcio di Mandalay, davanti all’ingresso dell’Ostello Bello. E’ la foto più adatta per descrivervi questa città perché sta crescendo. Le strade si fanno così: mettendo una pietra accanto all’altra. Ed i palazzi si costruiscono in altezza arrampicandosi su impalcature di bambù. Mandalay non dorme mai.
2. Bagan e i suoi oltre 2.800 monumenti. Terremoti, inondazioni ed invasioni hanno distrutto, soprattutto le parti più alte, di molti templi e stupa. Ma diversi tra i monumenti esistenti sono stati ristrutturati, riordinati, ridipinti e “abbelliti” nel corso degli anni. Qui si gode il privilegio di vedere indimenticabili albe e tramonti, circondati da un silenzio al cui ricordo, mi commuovo.
3. La Thanaka è una pasta cosmetica di colore giallo prodotta macinando la corteccia dell’albero di thanaka su una superficie piatta di pietra insieme a poca acqua. Si tratta di un rimedio naturale, utilizzato da più di 2000 anni soprattutto come filtro solare. Ha proprietà rinfrescanti, profuma e nutre la pelle. Le donne la usano anche come make up, ma la si vede anche sul viso di uomini e bambini.
4. Il sistema scolastico monastico buddista in Birmania contribuisce a fornire le esigenze di istruzione di base del paese, specialmente per i bambini provenienti da famiglie bisognose e per gli orfani. Questa foto è stata scattata in uno dei tanti monasteri di Bagan. Li ho guardati per ore quei bambini. Vi posso solo dire che il loro modo di “stare”, è qualcosa dal quale abbiamo solo da imparare.
5. Partita di Chinlone a New Bagan. Anche noto come Mystic Ball, il chinlone è uno sport tradizionale del Myanmar. E’ una combinazione tra calcio e danza, non c’è un avversario, si gioca in squadra e accompagnati dalla musica tradizionale. Per vincere bisogna esibirsi al meglio ed eseguire la miglior rappresentazione della forma possibile. Più che altro, una pratica di pace.
6. Nyaungshwe mi ha accolta così. Dopo 9 ore di pullman da Bagan, una giornata trascorsa in bicicletta lungo il lago Inle ed una doccia. Sulla terrazza dell’Ostello Bello, all’ora, del tramonto ci ha sorpreso questo indescrivibile arcobaleno. Urla e schiamazzi di tutti i presenti, in perfetto stile gita liceale. Indimenticabile.
7. Il lago Inle è molto esteso e sono diversi i villaggi che lo animano. Questo è l’Indein Village, noto soprattutto per la sua imponente pagoda, la Inlay Shwe Inn Tai. L’impressione di quella giornata è stata quella di essere circondati a 360° dall’acqua e, a riguardare questa foto, non era così lontana dalla realtà.
8. I giardini flottanti del lago Inle sono una delle cose che ricordo con più stupore. Ai lati dell’imbarcazione ci sono fitte coltivazioni di pomodori e se vi capiterà mai di andarci vi consiglio di guardarle dall’alto, magari fermandosi su uno dei ponti di legno che le sovrastano. Vedere una superficie come quella muoversi sinuosa ed ondulante sotto i piedi regala un momento di infantile felicità!
9. La stagione delle piogge alza il livello dei corsi d’acqua di diversi metri ma, con mia sorpresa, questo non cambia le loro abitudini. Qualche casa viene abbandonata durante questo periodo, ma per il resto la loro vita procede regolarmente. Se l’acqua è troppo alta e non si ha la barca semplicemente ci si immerge e si cammina.
10. Siamo a Hsipaw nel nord dello Shan. La meta è nota per il trekking nelle sue infinite declinazioni. Uno, due o tre giorni con o senza pernottamento a casa di famiglie Burmesi con tanto di vitto! Non si può saltare questo passaggio andando in Myanmar, il trekking va fatto! All’inizio della nostra passeggiata, ancora in piano, coltivazioni di riso a perdita d’occhio.
11. Ogni corso d’acqua in Myanmar è un luogo di comunione per gli abitanti dei villaggi. E’ il luogo dove si lavano i vestiti, i corpi, dove si gioca e ci si incontra ad ogni ora. Fermatevi ad osservarli quando potrete. Il modo in cui si lavano non è un modo qualunque. E nemmeno quello in cui lavano i panni . Quello che succede lungo i corsi d’acqua merita di essere guardato. Come qui, a Hsipaw.
12.Il villaggio di Pankam, meta del nostro trekking, avvolto nella nebbia dopo una breve ma molto intensa pioggia stagionale. E’ un villaggio tribale dove vivono circa 600 persone. Le 5 h di cammino per arrivarci sono lunghe ma ne vale la pena sia per il paesaggio che per il lauto pranzo che ci è stato preparato da una famiglia locale. Jack, la nostra guida, è una persona che non dimenticherò.
13. Altra cosa che vi consiglio di fare in Myanmar è prendere un treno. Non ci sono i finestrini, le panchine sono di legno. Il viaggio è piuttosto faticoso ma indimenticabile. Amo questa foto perché in questo scatto, proprio questo treno, mi ha fatto venire voglia di partire per un’altra galassia.
14. Il viadotto Gokteik è un ponte ferroviario a capriate che si collega la cittadina di Nawnghkio con il villaggio di Gokteik, nello Stato Shan. Costruito nel 1901, alto 96 m e lungo 677 m. Il treno quando ci passa sopra produce un cigolio non proprio rassicurante. Sotto, ad oltre 100 m, una vegetazione lussureggiante ed una nebbia densa. Sembra di essere sospesi nel nulla.
15. Questo è un po’ di Myanmar. Solo un po’. Non so cosa sia, ma questa terra possiede un segreto. E per afferrarlo, che non vuol dire capirlo, basta tornare piccoli e mettersi a completa disposizione dell’incanto. Passerà dalle vostre orecchie, dalle narici ed attraverserà le vostre bocche. Gli occhi, non lo dimenticheranno mai più.