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di Simone Bracci
foto di Alberto Gajano

in mezzo all’Atlantico esiste un piccolo atollo

a largo del Marocco battente bandiera spagnola

è l’isola vulcanica di Lanzarote

correndo lungo la “Ruta de Los Volcanes”

il paesaggio di terra rossa e cenere rappresa

racconta una Natura in continua mutuazione

Se non ci sei nato, se non ci hai vissuto, non puoi sapere cosa si prova.

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Osservare dall’interno l’isola iberica di Lanzarote, abitandoci, il piccolo atollo che batte bandiera di Spagna pur galleggiando a largo del Marocco, in pieno oceano Atlantico, è uno spettacolo suggestivo. Mare, sole e vento che si uniscono in una landa emersa dalle acque, divisa al suo interno in maniera armonica tra natura incontrastata, zone rurali e un parco vulcanico, selvaggio e incontaminato: il Timanfaya National Park.
Lanzarote è costituita quasi nella sua interezza da territorio vulcanico e si percorre internamente (e agevolmente) con la propria auto, costeggiando la strada che corre lungo la “Ruta de Los Volcanes”, un tragitto impressionante che si addentra con tortuose stradine in un paesaggio post apocalittico, odierno contrasto con l’epoca che stiamo vivendo.

Chi è nato qui racconta come il panorama sia continuamente mutevole, si può facilmente passare da zone ricoperte di terra rossa, plasmate da potenti colate di lava che hanno reso le geografia isolana frastagliata e di complessa lettura, ad altri punti, in cui tutto è ricoperto da un manto di cenere rappresa. Il parco crea subito la sensazione di vivere in un’atmosfera irreale, specialmente se si pensa alla potenza dormiente del vulcano. O dei vulcani, uniti in un’unica faglia, che in passato hanno sconvolto non poco la fisionomia dell’isola, quando l’intera area di Lanzarote fu devastata da terremoti, eruzioni e conseguenti inondazioni.

La successione di eventi che  sconvolsero l’isola tra il 1730 e il 1736 si lascia intuire vagando con lo sguardo verso est, dove ammirare imponenti montagne alle cui pendici sorgevano interi villaggi spazzati via da lava e fuoco. Tutt’oggi è ancora questo il nucleo fondante del terreno che circonda le vallate di Lanzarote.

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Qui i colori si confondono come tempera su tela. Dal nero carbone al rosso vulcanico, ogni passo nel Timanfaya è una scoperta, ogni angolo ne rivela una visione diversa, la fragilità dell’essere umano e la meraviglia della geologia: bocche effusive, caverne e malpaíses compongono un quadro degno di esser visto e rivisto. Perché nemmeno chi ora ci vive si stufa mai del “diablo volcan”.

Lo scenario ti rapisce, l’odore di magnificenza si respira ogni giorno, ti entra nel DNA e modifica la tua percezione della natura stessa. È facile diventare più ossequiosi nei suoi confronti, ci vuole solo un attimo, magari uno scatto.

Ora la morfologia è completamente differente da qualche secolo fa, ma l’effetto è rimasto inalterato nel tempo e chi l’ha scelta come casa la descrive come il posto ideale dove mettere radici.

DETTAGLI DI VIAGGIO

Dichiarata dall’Unesco “Riserva mondiale della biosfera”, Lanzarote è il viaggio da “prenotare” qualora cercaste una intere sequenza di emozioni all’unisono: natura selvaggia (deserto nel parco Timinfaya), intrattenimento (Jameos del Agua, un complesso di rocce vulcaniche) e sport acquatici (la spiaggia di Famara, protetta da scogliere a strapiombo).

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