di Emilia Rombolà
Metropolitan è un viaggio attraverso le metropolitane di New York, Barcellona e Bucarest.
In ordine cronologico, sono state visitate per scoprire diverse realtà, diversi mondi.
Ogni metropolitana è lo specchio di quello che sta in superficie. Non voglio descrivere troppo le immagini per non condizionare il lettore.
Posso raccontare il mio viaggio partendo dalla Grande Mela: nonostante io non ami le zone chiuse perché sono un po’ claustrofobia, ho sempre avuto quest’attrazione verso le metropolitane, mi hanno sempre affascinata perché sono luoghi ricchi di storia, antichi e forse la mancanza di un luogo così nella mia città mi ha sempre portato a desiderarlo. Da circa 4 anni però anche Brescia ha la sua metropolitana e sperando che cresca la sua rete, sarà emozionante fra spero molti anni, saper di aver fatto parte di quelle persone che hanno vissuto nel periodo che l’ha vista nascere. Quella di New York non era assolutamente la prima metropolitana che ho visto nella mia vita, ma mi ha impressionato, era esattamente come la si vedeva nei film. Una vera e propria stazione dei treni sottoterra. Ristoranti, pasticcerie, librerie, gioiellerie… con il freddo che c’era in superficie in quel periodo (Dicembre) i clochard trovavano come sopravvivere. Ma quello che mi ha impressionato di più e che ho voluto raccontare nel mio viaggio fotografico, è stato l’ambiente che si respirava: i luoghi che mi circondavano, espressione di una città con storia, con identità e con profondità.
Barcellona è una città che amo profondamente perché mi ha ospitato per nove mesi. Rappresenta quel modo di vedere le cose, quel modo di vivere più vicino a me, una realtà europea ben definita.
E poi c’è Bucarest, città ancora in fase di ripresa, che sta ancora soffrendo, che ha qualcuno che impedisce la ripresa, che ha una parte di nuclei, di persone, di potenti che non vuole questa completa ripresa. perché ci sarà sempre qualcuno a cui faranno comodo le disuguaglianze. Ecco, quello che osservavo viaggiando nella metropolitana di Bucarest era questa sensazione di diffidenza nel prossimo, di tristezza. Nonostante alcune zone della città fossero completamente rimodernate, belle e ricche; la maggior parte erano abbandonate a loro stesse, erano ferme agli anni di Ceaușescu. Ed è quello che si sente nella metropolitana della città, il vero cuore di Bucarest è un cuore antico e malinconico.