Si è conclusa ieri la rassegna Be Molle di Andrea Ambrogio, in mostra presso lo spazio Perpiacere dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
I suoi lavori sono caleidoscopi lisergici composti da sistemi di piccoli segni – mai casuali – che costruiscono luoghi, volti e concetti. Un suo quadro, per intenderci, non si può guardare al volo. Bisogna appoggiare il naso alla tela e ruotare la testa a destra e a sinistra, per vederlo davvero. Il suo lavoro racconta chiaramente una formazione di notevoli studi artistici.
Avevamo conosciuto Andrea nel 2012 durante la performance live al MACRO organizzata da noi di the trip magazine in occasione di Viennart e abbiamo approfittato della sua personale Be Molle, che è stata esposta dal 7 al 25 novembre all’Auditorium, per scambiare qualche battuta con lui.
In questa occasione abbiamo avuto la conferma che oltre i suoi quadri esiste molto altro: Andrea non è solo un artista in ascesa, ma anche un bravo insegnante di Arte e un rapper del TruceKlan, collettivo hip hop italiano nato dalla fusione di In The Panchine e Truce Boys.
Pittore, rapper, voci di corridoio parlano anche di una tua carriera accademica come professore di Storia dell’Arte. Come convive il TruceKlan con le Belle Arti?
Fare laboratorio con i ragazzi del liceo e dipingere sulle pareti della classe è molto fico e mi diverte.
Il rapporto arte/Truceklan è ottimo perché abbiamo sempre coltivato le stesse passioni e fisse.
Hai già esposto all’Auditorium, al MACRO, all’edizione 2012 di Affordable Art Fair. Dove vorresti vedere le tue tele domani?
Non saprei, non so fare nomi precisi di gallerie, ma in un vecchio quadro incasinato avevo scritto in piccolo una frase di Hemingway che mi sembra dicesse: «Ci sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a Parigi». Quindi Parigi, anche perché non ho ancora mai avuto l’occasione di andarci.
Nei tuoi lavori c’è un po’ di Pollok, la Pop Art, l’influenza dei B movies anni ’70, ci sono omaggi all’arte Rinascimentale e a Diego Rivera. Cosa ti ispira di volta in volta?
Le belle cose, ovunque.
Guardando i tuoi ritratti mi sembra di vedere che i piccoli segni che lo compongono raccontino di volta in volta una storia, completando il ritratto con una sorta di profilo psicologico della persona che ritrai. Come funziona questo processo?
Quando dipingo un quadro per un amico cerco sempre di infilarci qualcosa che ci faccia sorridere o quantomeno riflettere, ma alla base ci sono i ricordi, quelli che ci accomunano.
A volte capita che le persone mesi dopo aver ricevuto il mio quadro si rendano conto di trovare certi dettagli che non avevamo mai notato prima. Mi piacciono molto queste piccole cose qui.
Come accennato, sei anche un rapper. Prima In The Panchine, poi TruceKlan. A che cosa ti ispiri invece nella tua musica?
Le belle cose, ovunque.
«Più diventiamo grandi più nascondiamo i tagli / Più andiamo avanti più siamo persone sole / La testa in aria a terra solo le mie suole». Chi eri ieri e chi sei oggi?
Quando penso al perché sono cosi come sono – sia nell’arte che nella musica – percepisco che questi mille colori intrecciati e queste mie canzoni con tante parole, esprimono semplicemente il riflesso di una mia super urgenza di voler fare e voglia di continuare il mio percorso.
Più che (come pensano in molti) essere solo uno sfogo.