Come sapete, la Coop 21 ha dichiarato che la crisi climatica richiede di aumentare la fotosintesi naturale, cioè il processo che le piante usano per trasformare la luce solare e l’acqua in ossigeno e zuccheri. Questo aiuta a controllare le emissioni di CO2, il principale gas serra responsabile del riscaldamento globale.
Per questo motivo, una delle prime azioni proposte dalla Coop 21 è stata quella di piantare un miliardo di alberi in tutto il mondo. Ma questo basta? Purtroppo no. La fotosintesi naturale ha dei limiti: è inefficiente, dipende dalle condizioni climatiche e richiede molto spazio.
Ecco allora che entra in gioco la fotosintesi artificiale, ovvero la ricerca verso molecole e materiali più stabili e performanti che possano imitare il processo naturale. Lo scopo è quello di produrre ossigeno e idrogeno utilizzando energia solare, senza bisogno di terreni agricoli o acqua potabile.
L’idrogeno, infatti, è un combustibile solare che può essere usato per alimentare veicoli, industrie e case, senza emettere CO2. In questo modo, si supera la tecnologia dei dispositivi fotovoltaici, che producono solo energia elettrica e non possono essere immagazzinati facilmente.
Ne parla Marcella Bonchio, docente di chimica organica presso l’Università degli studi di Padova per il progetto Adaptation.it
Articolo, riprese e montaggio di Marco Barretta