Insieme al giornalista scientifico Marco Merola per il webdoc Adaptation, vi parliamo di un progetto molto interessante che coinvolge il Politecnico di Torino e altre università italiane. Si tratta del Meso Habitat Simulation Model, uno strumento per la modellazione e valutazione dell’habitat fluviale.
L’habitat fluviale è l’insieme delle condizioni ambientali che caratterizzano un tratto di fiume e che influenzano la vita degli organismi che lo popolano. Tra questi, ci sono pesci, crostacei, insetti e molluschi, che hanno bisogno di determinate caratteristiche di profondità, velocità e substrato per sopravvivere e riprodursi.
Il Meso Habitat Simulation Model è in grado di simulare queste caratteristiche in base ai dati idrologici e morfologici del fiume, e di valutare come cambiano in seguito a fattori di disturbo come i prelievi idrici o i cambiamenti climatici. Questo permette di capire quali sono le aree più vulnerabili e quali sono le strategie di adattamento più efficaci per preservare la biodiversità fluviale.
Il progetto è molto importante perché il cambiamento climatico sta intensificando i fenomeni estremi nei fiumi, come le siccità o le piene, che possono alterare drasticamente l’habitat fluviale e mettere a rischio le specie che lo abitano. Con il Meso Habitat Simulation Model, si possono studiare gli impatti locali e definire l’uso sostenibile delle risorse idriche.
Di seguito l’intervista fatta a Claudio Comoglio, docente di ecologia fluviale del Politecnico di Torino – DIATI:
Articolo, riprese e montaggio di Marco Barretta