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È sera, arrivi alla stazione di Shinjuku di Tokyo un po’ spaesato, accecato dalle luci al neon, e dalla massa di persone che si muove in una direzione ben precisa: stai per entrare a Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo.

Si tratta del più grande distretto a luci rosse della capitale giapponese, dove si possono trovare di tutto: bar, ristoranti, karaoke, pachinko, host club, robot restaurant e molto altro. Ma Kabukicho non è solo una zona per il divertimento notturno, è anche un luogo ricco di storia, cultura e tradizione. Vediamo insieme cosa c’è da scoprire in questo quartiere così particolare.

Il nome Kabukicho deriva dal fatto che nel 1947 era prevista la costruzione di un teatro kabuki in quest’area, ma il progetto non fu mai realizzato. Invece, sorsero molti locali per intrattenere i soldati americani che occupavano il Giappone dopo la seconda guerra mondiale. Da allora, Kabukicho si è trasformato nel centro della vita notturna di Tokyo, attirando sia turisti che residenti.

L’ingresso di Kabukicho è caratterizzato da una grande insegna al neon che riporta il nome del quartiere in caratteri kanji. Si tratta di un simbolo iconico che appare spesso nei film e nei manga ambientati a Tokyo. Oltre all’insegna, un’altra attrazione è la testa di Godzilla che spunta dal tetto dell’Hotel Gracery Shinjuku. Si può ammirare da vicino salendo al terrazzo dell’hotel o prenotando una delle camere con vista sul mostro.

Se volete provare l’atmosfera dei vecchi bar giapponesi, dovete visitare Golden Gai e Omoide Yokocho, due zone di Kabukicho dove si trovano centinaia di piccoli locali accatastati uno accanto all’altro. Qui potete bere sake o birra in compagnia di amici o sconosciuti, ascoltando storie e aneddoti dei proprietari o dei clienti abituali. Alcuni locali hanno una tariffa d’ingresso o richiedono una consumazione minima, altri sono più accoglienti verso i turisti. In ogni caso, fate attenzione a non fare troppo rumore o a disturbare gli altri.

Infine, se volete trovare un po’ di pace e tranquillità in mezzo al caos di Kabukicho, potete recarvi al Hanazono Jinja, un antico santuario shintoista dedicato alla divinità della fertilità. Qui potete pregare per la vostra fortuna, acquistare un amuleto portafortuna o partecipare a uno dei festival che si svolgono durante l’anno. Se invece volete rilassarvi e rigenerarvi dopo una lunga giornata, potete andare al Thermae-Yu, un onsen (bagno termale) moderno e lussuoso che offre vari servizi, come sauna, massaggio, ristorante e beauty salon.

Queste sono solo alcune delle cose che potete fare e vedere a Kabukicho, ma ce ne sono molte altre. Il quartiere è sicuro e pulito, ma fate attenzione a non cadere in trappole o truffe. Evitate di seguire persone sconosciute che vi invitano in locali sospetti o che vi offrono servizi sessuali. Inoltre, rispettate le regole e le usanze dei locali che visitate e non fate foto senza permesso. Kabukicho è un quartiere che vi sorprenderà e vi divertirà, ma anche che vi richiederà un po’ di buon senso e di prudenza. Buon divertimento!

Testi e fotografie di Marco Barretta

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Marco Barretta
Marco Barretta è documentarista e autore romano che da vari anni si occupa di progetti complessi di comunicazione visiva e transmediale. È stato regista del documentario Race Around Ireland, poi trasmesso da Sky Bike Channel, e autore e direttore della fotografia del documentario “Habitats - la geografia degli altri”. È inoltre uno degli autori del progetto Adaptation, dedicato all’adattamento al cambiamento climatico e prodotto in collaborazione con The Trip Agency e che vanta media partnerships con enti governativi e grandi aziende private. Barretta è anche pilota di droni professionista, fotografo certificato Google Maps e diplomato Direttore della Fotografia presso la Vision Academy. Ha esperienza nell’utilizzo di tecnologie innovative quali video e foto a 360 gradi e della Realtà Virtuale, soprattutto in occasione di mostre ed eventi. In qualità di autore di comics ha scritto delle graphic novel per case editrici di livello internazionale quali Panini Comics e Tunué, vincendo anche il premio Boscarato dedicato al miglior fumetto per ragazzi.