Il Parco dei Mostri, o Sacro Bosco, che sorge a Bomarzo, a circa 20 km da Viterbo, è un’alternativa divertente e suggestiva alla classica scampagnata romana fuori porta. Nei circa tre ettari della foresta di conifere e latifoglie che fa da sfondo alle sculture, si possono ammirare enormi statue in pietra ritraenti mostri, divinità e animali mitologici.
Il mese di maggio è il periodo perfetto per andarci: non fa ancora caldo e si può passeggiare in questo labirinto cinquecentesco senza troppa fatica. Il Bosco nasce, infatti, a metà del 1500 a opera di Pier Francesco Orsini, detto Vicino, signore di Bomarzo, che ne curò la realizzazione con l’intento di dedicare questo spazio favolistico alla propria consorte.

Le sculture, che non seguono un filo conduttore e non rispecchiano in nessun modo le canoniche regole prospettiche, sono state realizzate per fondersi in modo armonico, nella loro bizzarria, con la natura circostante e per confondere lo spettatore.
Un esempio è la casa pendente, i cui muri interni non sono di 90 gradi e hanno un pavimento “pendente”: chi vi entra si trova completamente smarrito.
Altra attrazione, forse tra le più note, è l’enorme maschera dell’Orco: attraversando la sua bocca spalancata, sulle cui labbra si legge “Ogni pensiero vola”, ci si ritrova in una camera scavata nella roccia, nella quale le voci vengono distorte da echi spaventosi.
Il Parco ha affascinato studiosi e artisti, compreso Salvator Dalì, ma nessuno ancora ha sciolto l’enigma che lo avvolge. Le illazioni sul perché Orsini lo abbia fatto realizzare in questo modo sono molte, ma una cosa è certa: ci ha regalato un luogo dove fascino e mistero si fondono, permettendoci di dare libero spazio alla nostra fantasia.
di Samyra Musleh
Foto copertina di Anna Maria Carchidi