Blu project Blu è la visione soggettiva di un Sudafrica contaminato dalle diversità. Blu come ciò che si vede nel Canale B di una immagine. Il non definito. Progetto realizzato in Sudafrica nel luglio 2018 quasi interamente con iPhone (ritratti con macchina digitale): un viaggio a 4 mani. I testi di Simone Azzoni sono stati scritti a mano su ogni copia e tradotti su un foglio color pesca che accompagna la zine.
Fotografia : Francesca Marra
Testi: Simone Azzoni
Il caffè nelle township può essere senza zucchero se chi te lo prepara l’ha visto fare a
Londra, lì sì che ci sanno fare e le cose han più gusto. Ma si può imparare e migliorare e aprire un
book caffè tra i fumi delle birre fermentate e le teste mozzate di montone.
C’è uno scultore, Dylan Lewis che semina leopardi di bronzo a guardia delle montagne
e un designer di nome Vincent che con i suoi elefanti portachiavi di cuoio qui ha fatto una fortuna.
La parte animale dell’essere umano.
L’Apartheid, dicono, era anche regola. Si sapeva chi entrava, chi usciva dalle Township, flussi controllati.
L’acqua qui è un problema, come tanti che si risolvono nei murales: ponti colorati tra le diversità.
(come il precedente)
(come il precedente)
(come il precedente)
Su un’abitazione è dipinto il dio della pioggia azteco. La necessità è sincretista.
Con le alghe si possono creare strumenti musicali, bisogna però prima sapere cos’è il silenzio. E ascoltarlo tra i flutti.
Colored, ma non è una questione di colore. E’ una cultura.
“Mia figlia farà l’avvocato”, dice, mostrando un lampadario fatto con un frullatore. Nella baracca i suoi cappelli di tela appesi: colore per ogni cerimonia.
Chi fa surf è un folle, un autentico folle sulla cresta della morte: alle luci dell’alba, con
ogni tempo, con ogni colore della bandiera: nessuno squalo, forse qualche squalo, non li vedo ma ci
sono.
24, 25, 26. Un numero tatuato per appartenere ad una gang.
All shall be equal before the law.