Prendete un mappamondo, cercate Mosca e poi tracciate una linea discendente fino a Pechino. Sono quasi ottomila chilometri: Russia, Mongolia, Cina. Nessuno che parli inglese. Quasi centocinquanta ore di treno, più le soste.
Dieci centimetri di ghiaccio che ricoprono il marciapiede, piccoli respiri per non sentire il gelo nei polmoni che ti lascia senza fiato, punto i piedi uno alla volta e mi aggrappo al muro e agli alberi per non rotolare giù per la discesa.