Viaggiare con i piedi sempre attaccati al terreno riduce la velocità del paesaggio a misura d’uomo e consente di assorbire per osmosi volti, cibi, lingue, odori, musiche, strette di mano, stazioni radio, rumori e polvere. Con tutto questo ho sporcato le pagine del mio libro, si chiama “Mondoviaterra” e parla di un sogno: fare il giro del mondo senza prendere aerei.
“L’acqua sarà l’oro nero del futuro”, chi l’ha previsto non ha considerato questo paese, dove oro lo è già nel presente.
Samarcanda; meta lontana se non nella distanza geografica, in quella fantasiosa, colorata e irreale nell’immaginario del viaggiatore. Sulle strade che hanno visto trasportatori di bachi e seta, commercianti di ieri e venditori di oggi, tra strettoie, donne che puliscono la strada a mano, carretti a trazione animale, venditori di ogni cosa commestibile e non, si accalcano su una “superstrada” che diventa mercato, poi campo coltivato, poi pascolo per mucche e pecore dall’abnorme fondo schiena.